LA MACROREGIONE TRIVENETA VA VERSO L’EVOLUZIONE SOCIALE


(di Giuseppe PACE).Un organismo amministrativo e di governo del territorio, più ampio della Regione, attualmente, è solo lo Stato, che ha una supervisione nazionale e tutela le differenze interne territoriali con il principio di sussidiarietà dei più ricchi verso i più poveri, che, guarda caso, sono concentrati nelle regioni meridionali, ma questo già prima del 1861. Le varie inchieste parlamentari dell’Italia postunitaria fecero luce sull’arretratezza del popolo meridionale rispetto a quello settentrionale, nonostante i neoborbonici e molti della Lega Nord nonchè i meridionalisti piagnoni che continuano, caparbiamente, a sostenere che il Sud era più ricco del Nord e fu da questo depredato con i Savoia. Si, è vero, ma solo per i nobili che erano più ricchi al Sud e vicino a Napoli con la sbandierata prima ferrovia europea la Napoli-Portici (solo là, vi era un discreto tessuto industriale nel Mezzogiorno borbonico). I nobili erano più ricchi del settentrione (dove erano ormai imprenditori agricoli) perché avevano immensi latifondi lavorati da coloni affamati e malpagati con una mezzadria fuori del tempo. Il Banco di Sicilia, ricchissimo, fu svuotato dai garibaldini per pagare gli ufficiali borbonici che tradirono il loro Re, e il giovane e colto patavino, Ippolito Nievo, pagò il suo rigore morale con la vita, nel 1861, mentre portava i verbali e i conti della spedizione a Torino. I confini territoriali delle diocesi religiose sono spesso disegnati sui confini degli antichi consolati romani, come quella di Padova che abbraccia anche buona parte del vicentino ecc..

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